L’importanza di riportare in scena Beckett

Finale di partita di Samuel Beckett, in scena al Teatro degli Audaci di Roma fino al 22 marzo 2015 per la regia di Leonardo Cinieri Lombroso e con Flavio De Paola (Hamm), Enrico Franchi (Clov), Maria Cristina Gionta (Nell) ed Emiliano Ottaviani (Nagg).
Audio e luci di Fabio Massimo Forzato e scenografia di Antonio Buttari.

Finale di Partita è stato scritto da Samuel Beckett dieci anni dopo la fine della 2^ Guerra Mondiale, con le attività e ricerche nucleari in corso, con gli equilibri politici del nostro pianeta ancora  incerti. Ha l’ambientazione di un “day after” post-atomico, dove solo alcuni sfortunati sono rimasti vivi. Oggi nel 2015 questo testo riprende vita toccando il presente ed un ipotetico futuro. Il nostro mondo pieno d’incertezze e fatto di una politica debole e non concreta riempie le persone di una grande incertezza e questa come un’onda diventa il grande problema esistenziale dell’intera umanità.

I personaggi di Finale di partita Hamm, Clov, Nagg e Nell, non sono tanto distanti dal nostro presente. In Siria, Iraq, Ucraina, in alcuni paesi dell’Africa, possiamo immaginare la stessa situazione vissuta dai nostri protagonisti. Chiusi in una stanza, un seminterrato, un buco. Scampati a chissà quale tremenda tragedia. Due finestre dove ormai si vede solo il vuoto, e Hamm che chiede “Il sole?” e Clov puntando dalla finestra il suo cannocchiale “Nulla”.
Riprendere oggi un testo come Finale di partita diventa interessante perché è una riflessione sull’individualità, la  solitudine dell’io di fronte al mondo, l’inutilità, la precarietà, il fallimento, l’assurdo dell’esistere, i limiti e le possibilità della libertà individuale, incentrando queste riflessioni intorno alla domanda: che cosa vuol dire esistere? E forse in questi giorni molti di noi se lo chiedono vedendo e sentendo i fatti che succedono intorno a noi. ”

                                                                                                     Leonardo Cinieri Lombroso